Fegato a rischio dopo le feste: ecco le soluzioni “detox”

Il fegato è costantemente “sotto attacco” e le feste appena trascorse hanno rincarato la dose. Complici i bagordi mangerecci. È infatti accreditato che, non solo l’alcool, ma anche stili alimentari che stressano il fegato, come una dieta troppo grassa e pasticciata, ne rallentano e appesantiscono il lavoro. Così pure l’intossicazione da farmaci, la minaccia di possibili agenti virali contribuiscono a minare la salute di quest’organo prezioso: deposito e crocevia di molte funzioni fisiologiche, oltre 500, detta molte regole per mantenere in salute l’intero organismo. Ad esempio contribuisce a digerire il cibo: in associazione al sistema immunitario, funge anche da vigile sentinella, spazza via tossine e sostanze che inquinano l’organismo, smaltisce i globuli rossi danneggiati, è custode di particolari cellule, chiamate di Kupffer, specializzate nel riconoscere agenti patogeni. Perché tutto ciò accada, occorre che il fegato sia in perfetta salute: spesso però non è così. A soffrire di una problematica epatica sono circa 844 milioni di persone nel mondo, oltre 29 milioni in Europa, dove l’Italia occupa un posto da “maglia nera”, più di 30 milioni negli Stati Uniti, con circa 2 milioni di vite perse ogni anno. Numeri allarmanti indicativi di un grave problema di salute a livello mondiale, anche in funzione delle diverse cause di insorgenza delle malattie epatiche, dipendenti da diversi fattori di rischio, quali virus che aggrediscono il tessuto epatico nel caso di epatiti virali, epatite A o B o C, alimentazione squilibrata o abuso di alcol, che impatta sulla steatosi epatica, un uso improprio/abuso di farmaci o agenti tossici che stimolano lo sviluppo di epatopatie, obesità e sindrome metabolica associata a steatoepatite non alcolica (NASH).

«Queste condizioni – commenta Alessandro Perra, Direttore scientifico di Guna – costituiscono un problema clinico ancora maggiore rispetto a quello di altre malattie croniche, quali il diabete che conta 422 milioni di malati e 1,6 milioni di decessi annui, le malattie polmonari con 650 milioni di pazienti e più di 6 milioni morti all’anno, le malattie cardiovascolari che registrano 540 milioni di casi e quasi 18 milioni di decessi ogni anno».

Disfunzioni epatiche in sensibile aumento anche fra i giovani, già a partire dai 16 anni, spesso accompagnate da sintomi indicatori, quali il reflusso gastroesofageo, o negli adulti “bevitori sociali” che eccedono nelle dosi alcooliche, col rischio di cirrosi fino al possibile trapianto, spesso aggravate da situazioni sfavorevoli: aumento di peso, alimentazione scorretta, scarsa attività fisica. Eppure prima di degenerare in queste malattie in forma severa, è possibile limitare l’emergenza e intervenire “detossificando” l’organismo con stili di vita più sani e corretti. Non solo dopo le feste di Natale o altri momenti di allegria, ma tutti i giorni dell’anno, nel segno di una salutare prevenzione, cominciando a interrompere la cattiva abitudine di pranzi veloci fuori casa o pasti saltati, a partire dalla prima colazione, fino tappare i buchi allo stomaco con merendine (da non dare ai bambini nell’intervallo e neppure le tavolette di cioccolato troppo ricche di proteine) o snack particolarmente grassi, calorie e altre sostanze nocive, invertendo la marcia nel processo d’insufficienza epatica, impedendo la progressione di un eventuale disturbo epatico e sostenendo il recupero della funzionalità del fegato.

«Da un punto di vista pratico-alimentare – spiega la dottoressa Tiziana Semplici, specialista in Gastroenterologia – occorre regolare le quantità di cibo, cercando di non renderlo un atto “consolatorio” in cui rifugiarsi e limitando soprattutto i carboidrati che elevano il tasso di glicemia nel sangue. Poi è bene introdurre nella dieta erbe e ortaggi amari ad azione purificante, come ad esempio carciofi, cicoria, catalogna, rispettare sempre un digiuno di 3-4 ore dal pasto precedente: tutte azioni che servono a pulire l’intestino che contribuisce per il 70% a regolare il sistema immunitario, spesso sofferente di disbiosi. Si tratta di un’alterazione della flora intestinale che aumenta la produzione di batteri cattivi, legata in molti casi a eccessi alimentari o a diete monotematiche, stress, uso di farmaci in particolare antibiotici, lassativi o terapie ormonali. Se necessario è possibile potenziare l’azione detox sul fegato, e i suoi benefici effetti, assumendo dei probiotici che ripristinano l’equilibrio della flora batterica, presenti, oltre che in specifici integratori, in cibi fermentati quali thé kombucha, miso, kefir, tempeh e crauti, nello yogurt addizionato o classico, contenente di norma Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus, bacilli in grado di sopravvivere in numero consistente alla forte acidità del nostro stomaco e in alcuni latticini».

Se il disturbo di fegato non è legato solo a uno stravizio alimentare passeggero, è consigliato rivolgersi a un esperto per inquadrare adeguatamente il problema e programmare un’azione di pulizia del fegato e dell’organismo, ricorrendo a terapie dedicate. «In questo contesto – aggiunge la specialista – grazie alla migliore conoscenza e gestione di queste malattie, si sono identificati nuovi trattamenti capaci di ripristinare, ma soprattutto preservare, la funzionalità epatica nel corso della vita».

Tra le soluzioni più innovative c’è un integratore alimentare nutraceutico, a metà strada fra il nutrizionale e il farmaco, a base di fegato liofilizzato di suino Neorland, estratto da giovani animali controllati e certificati, arricchito con colina dall’azione disintossicante e utile a mantenere la funzione epatica, favorendo soprattutto il metabolismo intraepatico dei lipidi e il controllo dell’omocisteina, e con thè verde protettivo e antiossidante per il parenchima epatico. «Si tratta di un innovativo ed esclusivo integratore in compresse a rilascio controllato, che aiuta a sostenere e ripristinare la normale funzionalità dell’organo. Il fegato, ingrediente chiave di questo preparato, viene sottoposto a un particolare processo di liofilizzazione che favorisce la biodisponibilità di specifici nutrienti, tra cui anche un pool vitaminico completo, minerali e aminoacidi essenziali. Ma a fare la differenza in questa formulazione sono soprattutto le “micro-vescicole” (esosomi), cellule staminali speciali preservate in un luogo nicchia del fegato, che intervengono ogni volta e laddove c’è bisogno. Possono essere considerate una sorta di cellula “pronto soccorso” che protegge il fegato da diversi attacchi, anche quello da farmaci, paracetamolo compreso, riparandone i danni». Ulteriori vantaggi della formulazione: il rivestimento gastroprotettivo della compressa, che consente ai componenti attivi di arrivare intatti nel primo tratto di intestino tenue, dove vengono rilasciati in modo controllato, l’assenza di glutine, lattosio e OGM, il possibile impiego anche in pazienti in politerapia o in terapia da disassuefazione da alcool, l’assenza di effetti collaterali e il contrasto della stanchezza cronica che spesso accompagna i problemi di fegato.

di Francesca Morelli

 

L’acqua, detoxificante perfetta dopo gli stravizi natalizi

Sono poche le eccezioni. Dopo le festività natalizie, gran parte degli italiani si trova sul fisico “il peso” di due-tre chili in più: complice la maggiorazione di circa mille calorie assunte quotidianamente per una ventina di giorni consecutivi. Sotto accusa le cene aziendali, i pranzi familiari, i festeggiamenti vari che hanno fatto accumulare porzioni e quantità di cibi in eccesso, altamente calorici, ma anche la riduzione nella quotidianità dietetica di frutta e verdura. Dunque ora è il momento di ri-fare ordine con un’alimentazione equilibrata, a basso apporto di dolciumi, bevande alcoliche e piatti elaborati di cui si è fatto il pieno, smaltendo i grassi accumulati, ritornando a praticare una regolare, moderata ma costante attività fisica in palestra o all’aria aperta. Ma non solo: serve e aiuta anche una buona dose di acqua, almeno 8 bicchieri ogni giorno. Un accorgimento semplice ed efficace, con una azione positiva sul metabolismo, troppo spesso sottovalutato e trascurato.

«Per recuperare la linea – spiega la dottoressa Elisabetta Bernardi, biologa specialista in Scienza dell’Alimentazione e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino – e in generale per mantenere in salute l’organismo, un valido aiuto è rappresentato dalla corretta idratazione che, insieme alla sana alimentazione, favorisce la perdita di peso: l’acqua infatti contribuisce a far aumentare temporaneamente il tasso metabolico, e quindi anche il maggior consumo di calorie. Senza trascurare che bere acqua prima dei pasti permette di raggiungere prima il senso di sazietà e quindi di mangiare meno». Ma non è tutto: l’acqua contribuisce alla buona remise en forme anche con un’importante azione detox. «La corretta idratazione – conclude la dottoressa Bernardi –stimola l’eliminazione delle tossine e garantisce il trasporto dei nutrienti nell’organismo. In particolare, bere acqua aiuta il fegato a depurarsi e l’intestino a migliorare la sua funzionalità. Se poi si privilegiano acque minerali ricche di calcio e magnesio, meglio ancora: i sali, infatti, sono indispensabili costituenti dell’organismo e fondamentali per il mantenimento del nostro equilibrio idrico-salino».   F.M.

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