Il cheratocono negli occhi dei ragazzi: dove e come si cura

L’astigmatismo che aumenta all’improvviso, la vista sempre meno nitida soprattutto di notte, le immagini luminose che si sfuocano e si allungano, come se avessero una coda. Sono possibili sintomi del cheratocono: un’alterazione della cornea che progressivamente peggiora la vista fino alla cecità o alla necessità di trapianto, se non viene adeguatamente riconosciuta e trattata fin dalle sue fasi iniziali. Di norma a esordio giovanile, compare intorno ai 10-14 anni: per la sintomatologia subdola, resta spesso in ombra con diagnosi tardive e le implicazioni che questo comporta. Così, per favorire la sensibilizzazione al cheratocono, malattia degenerativa con una prevalenza di 1 caso su 2 mila, si sta svolgendo il “Mese della Prevenzione”, promosso dall’Università di Verona e dal Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia dell’Università di Chieti-Pescara, da CAMO (Centro Ambrosiano Oftalmico), NEOVISION e con il patrocinio di A.I.CHE (Associazione Italiana Cheratoconici), SOI (Società Oftalmologica Italiana), S.I.T.R.A.C. (Società Italiana Trapianto di Cornea). Fino all’11 ottobre, per la popolazione di età compresa fra 15 e 35 anni, in una decina di centri su tutto il territorio nazionale sarà possibile effettuare visite gratuite preventive, di diagnosi e/o cura. «Il cheratocono – spiega Lucio Buratto, Direttore Scientifico di CAMO e Neovision – altera la normale curvatura della cornea che si assottiglia e allunga in avanti fino ad assumere una forma conica, che ne causa “l’irrigidimento” e la perdita di una buona visione». Malattia progressiva con andamento più rapido nei giovani e più lento con il progredire dell’età, insorge per l’azione di più fattori: l’alterazione di diversi geni, la perdita di compattezza del collagene, lo sfregamento su cui possono incidere anche alcune malattie tra cui allergie, tiroiditi, sindrome di Down.

«Il cheratocono non è una malattia ereditaria – aggiunge Buratto – ma la presenza in famiglia predispone maggiormente allo sviluppo, di norma in entrambi gli occhi, anche se in modo asimmetrico». La diagnosi del cheratocono richiede esami specifici: una topografia corneale che mappa la forma della curvatura della cornea, la pachimetria che misura lo spessore della cornea, l’OCT che verifica la profondità di eventuali opacità e l’aberrometria che testa la qualità visiva dell’occhio. Prima avviene la diagnosi, maggiori sono le probabilità di potere ricorrere a cure innovative e conservative, come il cross-linking: «Si tratta di una terapia indicata nelle fasi iniziali di malattia, quando l’astigmatismo è ancora moderato e non si evidenzia opacità della cornea, adatta soprattutto per i giovani e giovanissimi – precisa la dottoressa Felicita Norcia, oculista presso Neovision. Consiste nell’applicazione sulla cornea di vitamina B2 (Riboflavina) che viene poi attivata da una luce ultravioletta così da stimolare, in modo sinergico, la cornea a irrobustire i tessuti che la compongono al fine di arrestare o quanto meno rallentare la malattia, sebbene il recupero non sia mai totale». Oppure la ionoforesi corneale: «Sviluppata in Italia nel 2010 – fa sapere ancora Buratto – questa tecnica, con alta tollerabilità da parte del paziente, consente una drastica riduzione dei tempi di trattamento del CXL, da 60 a 15 minuti, grazie una concentrazione di riboflavina equivalente alla imbibizione della tecnica standard». Il ricorso a lenti a contatto, nelle fasi iniziali della malattia, permettono solo di migliorare la visione, ma non sono curative del cheratocono, mentre il trapianto di cornea, parziale o totale, un tempo metodica standard, è oggi riservato solo a casi molto avanzati di malattia, anche in funzione delle importanti implicazioni: possibilità di rigetto, limitazione della normale quotidianità, soprattutto nello svolgimento di attività fisica e della guida, aggravata anche da risvolti di carattere psicologico, come sottolinea Rinaldo Lisario, presidente A.I.CHE.

Allora arrivare prima alla diagnosi, consente di curare meglio: l’invito degli esperti è dunque di approfittare del Mese del Cheratocono, quest’anno patrocinato anche dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, che oltre alla visita gratuita offre la possibilità di effettuare un test genetico, indolore, su un prelievo di liquido lacrimale, poi inviato e analizzato da un laboratorio americano. Lo screening è prenotabile al sito: www.curagliocchi.it presso uno dei centri aderenti.

di Francesca Morelli

“ONE LIFE. SEE IT”: il video che parla alla vista (e al cuore) del paziente

Un padre e una figlia che osservano e vivono la vita filtrata dalle lenti, come una connaturata abitudine che non dà problemi, ma senza la prospettiva di poterne fare a meno e osservare il mondo a occhio nudo. Sono i protagonisti di un nuovo videoclip scritto, diretto e realizzato da Phil Beastall, giovane filmmaker e talento britannico, che si è fatto conoscere al pubblico nel 2018 con lo spot natalizio “Love is a Gift”. Commissionato da CARONES Vision, la clinica oftalmo-chirurgica milanese affermata a livello internazionale, il video è una sorta di “manifesto” della filosofia e intendimento della struttura che mette al centro la persona e il suo benessere, anche visivo, e intende comunicare la bellezza della vita che merita di essere vista e vissuta con occhi sani. Con un nitido obiettivo: spronare le persone con problemi alla vista a superare le sfide e gli ostacoli quotidiani, curandosi opportunamente. «Per la prima volta – dichiara Francesco Carones, direttore di CARONES Vision – parliamo in ambito medico di salute con tono emozionale, dando messaggi “seri” e prendendo a cuore il paziente. Il quale può convivere con gli occhiali per tutta la vita, senza riuscire ad “accorgersi” di quanto e come la sua vita possa migliorare abbandonandoli per sempre». Cambiando il punto di visione: infatti la pratica medico-chirurgica, tradizionalmente, viene percepita come un viaggio impersonale e semiautomatico, teso a condurre il paziente alla soluzione di una patologia. «Noi, invece, lo portiamo oltre – conclude Emanuela Gardella, Direttore Marketing di CARONES Vision – accompagnandolo nel miglioramento della qualità della sua vita. Lo aiutiamo a metabolizzare l’esperienza della malattia utilizzando nuovi codici relazionali. Anche le nostre campagne di prevenzione e sensibilizzazione hanno sempre una voce positiva, calda ed empatica», che traspare anche da questo video. “One life. See it” è visibile sui canali Youtube e Vimeo di CARONES Vision: https://www.youtube.com/watch?v=rfq6XRudEGQ; Vimeo: https://vimeo.com/359725629 e sul sito: www.carones.com.  F.M.

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