Le dieci verità sulla tiroide

Che la tiroide sia una ghiandola del collo produttrice di ormoni che influenzano metabolismo, compreso quello osseo, sonno e apparato cardiovascolare è una “verità” nota a molti, se non proprio a tutti. Se a costoro domandassimo però dieci buone norme per mantenerla in piena salute o preservarne al meglio l’attività, comincerebbero i grattacapi. Di certo, risponderebbero al 90% che occorre portare la tiroide in vacanza al mare e farle respirare iodio. Vero, ma non è tutto o non è solo ciò di cui ha bisogno per stare in forma. A fare chiarezza con un decalogo di buone pratiche, salutari per la tiroide, sono gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia, presieduta dal Professor Paolo Vitti, in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide (20-26 maggio), quest’anno sul tema “Amo la mia tiroide…e faccio la cosa giusta”, patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità.

  1. La tiroide ha fame di iodio. Ha proprio bisogno di “mangiare” questa sostanza: lo iodio è infatti “l’ingrediente” principale degli ormoni tiroidei, fornito attraverso l’alimentazione, prevalentemente con l’aggiunta a pietanze e manicaretti di sale rigorosamente iodato. Sempre nel rispetto della moderazione, per non incappare in un innalzamento della pressione con effetti avversi sul cuore.
  2. Fai visitare la tiroide con check-up periodici. Soprattutto in caso di familiarità o di sospetto che qualcosa non funzioni a dovere, è raccomandato rivolgersi al proprio medico. Basta palpare la tiroide e, se necessario, fare qualche esame di approfondimento come l’ecografia tiroidea, per indagare la buona salute o meno di questa ghiandola.
  3. La tiroide può ammalarsi anche in culla o appena dopo la nascita. Alcuni segnali di un disturbo molto precoce a cui mamma e papà devono prestare attenzione ci sono: il rallentamento della crescita, la stanchezza immotivata, la sonnolenza, i disturbi dell’umore sono fra i principali. La diagnosi deve essere fatta dal pediatra, perché queste sintomatologie possono essere comuni anche ad altre malattie. Se si tratta di tiroide, occorre avviare terapie mirate, tempestive, e in alcuni casi mantenerle a vita.
  4. La tiroide è multitasking. Svolge infatti un ruolo importante per il metabolismo, battito cardiaco, funzionalità intestinale, appetito, umore. Si potrebbe dire che la tiroide contribuisce a mantenere normali le funzioni fisiologiche dell’organismo. Gli ormoni della tiroide sono fonti di energia: se funzionano bene, danno ritmo e vitalità.
  5. La tiroide può rendere apatici. Un senso di eccessiva stanchezza, malavoglia, apatia potrebbero essere responsabilità (anche) della tiroide: di una iperproduzione di ormoni o di una riduzione della loro efficienza, influenzando il lavoro di molte funzioni corporee. Allora, state allerta se non c’è una buona ragione per sentirvi k.o.
  6. A ciascuno la sua dose di iodio. La tiroide deve essere nutrita quotidianamente con almeno 150 ug di iodio (salvo casi eccezionali) in età adulta, con 90 ug in bambini fino ai 6 anni, 120 in età scolare, fino a 250 ug in gravidanza e allattamento. Un sostentamento che può essere garantito, oltre che dal sale iodato, anche da pesci e crostacei, uova, latte, carne e da frutta e verdura che però contengono iodio in quantità inferiori rispetto a cibi animali.
  7. Impara a (ri)conoscere le malattie della tiroide, per prevenire o curare tempestivamente qualunque deficit, molto diffusi tra la popolazione. Sei milioni di italiani sembrano soffrire di tiroide; prevalentemente sono donne con un rischio di malattia del 20% in più rispetto all’uomo. Eppure nonostante questi numeri importanti, la conoscenza delle diverse disfunzioni tiroidee, di cui le più comuni sono ipo o ipertiroidismo, noduli tiroidei e tumori, è ancora limitata. Occorre capillarizzare l’informazione all’intera popolazione per un’efficace prevenzione.
  8. In gravidanza, non ti scordar di lei. La carenza di ormone tiroideo, soprattutto durante la vita fetale e neonatale, potrebbe essere responsabile di problematiche importanti e permanenti come un deficit intellettivo, con la riduzione di 10-15 punti di quoziente intellettivo, fino a un vero e proprio ritardo mentale, sordomutismo e paralisi spastica. Esiti poco noti, tanto che è in atto un progetto formativo sulla iodoprofilassi rivolto a insegnanti della Scuola Primaria e Secondaria per sensibilizzare sulla necessità fisiologica che tutti abbiamo di questa sostanza, specie in età pediatrica. Mentre alle donne in dolce attesa è raccomandato di rivolgersi al proprio medico per incrementare il fabbisogno di iodio (come quello nei bambini) e evitare rischi prevenibili.
  9. L’umore… è tiroideo! Gli ormoni tiroidei, sia iper o ipo prodotti, influenzano gli umori ballerini, che possono essere tenuti sotto controllo o regolarizzati con l’assunzione farmacologica di ormoni, da prendere sempre con prescrizione medica.
  10. I fantastici tre. Pesce, latte e derivati, sale iodato: sono questi i cibi più ricchi di iodio che aiutano a mantenere la tiroide in forma, mettendola al riparo ad esempio dal rischio di gozzo, noduli e ipotiroidismo. Diversi studi scientifici evidenziano che la quantità media di iodio, assunta attraverso la dieta, spesso non arriva a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Esamina con un dosaggio ormonale, attraverso un semplice prelievo di sangue, la “produttività ormonale” della tua dieta. Previene i rischi, regolarizza i livelli degli ormoni tiroidei: è più facile di quanto pensi.

Per concludere, una buona notizia: recenti dati confermano che la campagna di iodioprofilassi, dall’entrata in vigore con la legge 55/2005, sta dando i suoi frutti: infatti è aumentata la vendita di sale iodato nella grande distribuzione, che raggiunge il 65% di tutto il sale venduto, e vi è maggiore utilizzo nelle mense scolastiche (75%) a fronte di una complessiva riduzione di sale in osservanza della raccomandazione “poco sale ma iodato”, a cui si unisce anche l’obbligatorietà dello screening neonatale dell’ipotiroidismo congenito, che insieme stanno contribuendo a dare scacco alle problematiche tiroidee, specie nell’infanzia. Allora è bene informarsi sulla salute di questa ghiandola: la Settimana Mondiale della Tiroide, promossa da alcune Società scientifiche*, prevede iniziative di screening e incontri informativi sul territorio, consultabili al sito www.settimanamondialedellatiroide.it e alla pagina Facebook della “Settimana Mondiale della Tiroide”.

di Francesca Morelli

*Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Associazione Italiana Medici Nucleari (AIMN), Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC), Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE) e il supporto della European Thyroid Association (ETA.) e sostenuta con un contributo incondizionato da Esaote, Ibsa Farmaceutici Italia, Merck Serono e Sanofi Genzyme.

 

Le problematiche legate a questa ghiandola e come curarle

La tiroide è un organo problematico: può infatti sviluppare disturbi e malfunzionamenti ad ogni età e indipendentemente dal sesso. Fra questi alcuni sono più diffusi nella popolazione generale, seppure con un focus di genere e fascia di età. «L’ipotiroidismo che interessa circa il 5% della popolazione – spiega Vincenzo Triggiani, Segretario AME –si sviluppa quando la tiroide funziona poco, a causa di una tiroidite o di un’asportazione chirurgica, con un impatto sulla salute e la qualità di vita funzionale alla gravità, all’età e alla condizione della persona, ma vulnerabilità più importanti in gravidanza o durante l’accrescimento. L’ipertiroidismo, dove invece la ghiandola lavora troppo, riguarda circa l’1-2% della popolazione e può provocare danni al cuore, soprattutto nel paziente anziano o in caso di preesistenti problemi cardiaci». L’ipertiroidismo è tipico di alcune fasce di età: «Ad esempio nell’anziano – dichiara Fabio Monzani della SIGG – in cui la diagnosi può essere resa più difficile da sintomi come palpitazioni, cadute accidentali e fratture confondibili con altre patologie legate all’età, a cui si aggiunge maggiore vulnerabilità alle complicanze cardiovascolari e metaboliche. Pertanto alla diagnosi deve seguire un trattamento tempestivo». A queste forme si aggiungono poi i noduli tiroidei: «Oggi, grazie all’ecografia tiroidea introdotta su larga scala – precisa Andrea Frasoldati, Presidente AIT – si riscontrano nel 30-50% degli adulti, ma nella maggior parte dei casi hanno natura benigna, che non causa alterazioni della funzionalità della tiroide né sintomi. Infatti i tumori tiroidei corrispondono al 3-4% dei noduli.
Tuttavia strumenti diagnostici e terapeutici per la cura ci sono: «L’asportazione della tiroide – continua Mario Testini, Presidente SIUEC – spesso è la prima via. È un intervento sicuro, efficace ma delicato in quanto la ghiandola è vicina a strutture che controllano importanti funzioni come la voce e l’equilibrio del calcio nel sangue e nei tessuti. Poi di recente si stanno sviluppando tecniche mini-invasive, come la MIVAT con un taglio di soli 1,5 cm nella regione del collo o la RATTS con accesso trans-ascellare robotico e la TOETVA attraverso un accesso dal cavo orale, che riducono al minimo o evitano la cicatrice sul collo. Sono tecniche indicate in tiroidi non particolarmente voluminose e tumori che non interessano linfonodi del collo e vanno attuate in centri di eccellenza».
Dal punto di vista diagnostico-terapeutico si ricorre invece alla scintigrafia per caratterizzare un nodulo primo o dopo la chirurgia, o a un radiofarmaco Iodio 131 per catturare cellule tumorali residue o eventuali metastasi o per terapie bersaglio, preservando così quasi del tutto i tessuti sani. Terapia, prima standardizzata, oggi riservata quasi esclusivamente al trattamento post-chirurgico dei tumori a rischio di recidiva e in forme poco differenziate.
Prezioso, infine, è il contributo delle Associazioni pazienti: «Esse devono offrire appoggio, orientamento, accoglienza e assistenza ai pazienti – conclude Anna Maria Biancifiori, Presidente CAPE, Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini – e perseverare nella richiesta di uniformità delle cure per evitare i “viaggi della speranza”, promuovendo anche attività di informazione riguardo il mantenimento in salute della tiroide e l’importanza della iodoprofilassi. Infatti la carenza di iodio è generalmente la causa per cui la tiroide si ammala. Dunque è fondamentale sensibilizzare la popolazione innanzitutto sana per diffondere la corretta informazione sugli stili di vita e l’attenzione a segni, sintomi e percorsi corretti di prevenzione, avendo oggi capito che lo screening di massa può essere causa di sovradiagnosi e conseguentemente un eccesso di cura». L’informazione e la corretta diagnosi vanno in tutta salute (della tiroide ma non solo).  F. M.

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