Un vaccino per prevenire il tumore al collo dell’utero

Più di duemila casi all’anno in Italia e quasi un migliaio le morti. Il tumore al collo dell’utero oggi si può prevenire con il vaccino contro il Papilloma virus. Raccomandato fin dal 2007 alle ragazze di 12 anni, prima dell’inizio dei rapporti sessuali, è oggi inserito nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed esteso anche ai maschi dodicenni, per avere così una copertura completa. Da poco è in commercio un vaccino 9-valente, contro 9 tipi differenti di virus, compresi i più oncogeni (16 e 18). Purtroppo però si registra un calo della copertura vaccinale: dal 70% dei primi anni, si è passati oggi al 65% nelle Regioni del Nord e al 45% al Sud. Questi i dati presentati in occasione del Corso di formazione: “I vaccini: vittime del loro stesso successo. Il ruolo dei media per informare sull’opportunità vaccinale”, promosso dal Master “La Scienza nella Pratica Giornalistica” della Sapienza Università di Roma, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Lorenzini, che ha addirittura dedicato all’argomento un quaderno pubblicato da Il Sole 24 Ore Sanità, realizzato con il contributo incondizionato di MSD.

«L’HPV è responsabile del 5% dei tumori nel mondo», conferma il professor Sergio Pecorelli, docente di Ginecologia all’Università di Brescia e co-presidente della Fondazione Giovanni Lorenzini. «Oltre al tumore al collo dell’utero, di cui è causa nel 90% dei casi, l’HPV è responsabile anche del 70-75% dei tumori alla vagina, il 30% dei casi di cancro vulvare e l’85-90% dei tumori anali. Il tumore alla cervice uterina è il quarto tumore più frequente nelle donne e il secondo più comune nelle giovani (15-44 anni). In Italia la sua incidenza è di dieci casi su 100mila, con un tasso di mortalità di quattro su 100mila: in pratica una donna su 162 nella sua vita andrà incontro a un tumore alle cervice. Poiché si trasmette per via sessuale, almeno l’80% delle donne ha contratto il virus dell’HPV che, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente nel giro di un paio d’anni dal contagio. Il picco d’infezione è in età giovanile, dopo i primi rapporti sessuali non protetti, soprattutto nei casi di frequentazioni promiscue: l’epitelio che riveste il collo dell’utero è infatti più sensibile e vulnerabile all’attacco di questo virus. Alla modalità di infezione per via genitale, si aggiunge il rischio nei rapporti oro-anali: ad essere infetti da questo virus possono essere anche i ragazzi che sviluppano tumori al pene, alla bocca, all’ano e, più di frequente, condilomi genitali».
Questo vuole significare che l’HPV è una problematica “collettiva” che coinvolge la donna, il partner e la coppia, perché la malattia può avere un forte impatto sulla vita di relazione, intima e familiare, e sulla fertilità

«Circa il 70% dei maschi contrae un’infezione da uno dei ceppi (circa una dozzina) di questi virus nell’arco della vita», aggiunge il professor Pecorelli. «In Italia si riscontra una maggiore presenza di condilomi nei ragazzi di età inferiore a 25 anni, con un preoccupante trend in aumento negli ultimi anni. Studi recenti hanno evidenziato come il Papilloma virus sia in grado di ridurre la fertilità, diminuendo la motilità degli spermatozoi e riducendo così la loro capacità di fecondazione. Non solo: l’infezione da HPV, dopo l’avvenuta fecondazione, può causare nella donna difficoltà di attecchimento dell’embrione con aumentato rischio di aborto». Motivi per cui si è deciso di promuovere la vaccinazione anche ai maschi dodicenni: il vaccino contro il Papilloma virus è oggi rimborsato dal SSN, perché rientra a pieno titolo nel nuovo Piano vaccinale 2017-2019 e nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), da poco approvati. Vaccinando ragazze e ragazzi, secondo quanto previsto dal Piano vaccinale, possiamo realizzare un importante intervento di sanità pubblica. Oggi disponiamo di una vaccino 9-valente, in grado di proteggere da quasi tutti i ceppi virali, in particolare dai più oncogeni (HPV 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58), e da quelli che provocano condilomi (6,11). Con questo nuovo vaccino si potranno prevenire fino al 90% dei tumori da Papilloma virus. In pratica il vaccino proteggerà i nostri ragazzi da 9 importanti malattie: tumore alla cervice uterina (protezione del 90%); cancro alla vulva (85-90%); alla vagina (80-85%); al pene (85-90%); all’ano e orofaringeo (90-95%); lesioni precancerose CIN 2/3 (75-85%); condilomi genitali (90%). Una prevenzione che si ottiene con una semplice vaccinazione, la cui efficacia però dura per tutta la vita. Per saperne di più sull’HPV, si può consultare il sito: www.liberadallhpv.it.

di Paola Trombetta

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