Tumori e malattie croniche: le priorità della salute pubblica

Sono i tumori ad essere considerati il nemico numero uno dagli italiani che tendono, invece, a sottovalutare l’impatto di altre malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete, le infezioni, spesso prevenibili con le vaccinazioni. Lo rivela un’indagine dell’Istituto Piepoli, realizzata per conto di MSD Italia e presentata i giorni scorsi all’evento “Inventing for Life. Health Summit”(#inventingforlife) all’Auditorium di Confindustria a Roma, dove sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, dell’industria farmaceutica, della sanità pubblica, per celebrare i 60 e 150 anni di attività di MSD in Italia e nel mondo. Il 72% degli intervistati ritiene che si debba investire di più nei farmaci oncologici e il 97% considera fondamentale garantire l’accesso a queste terapie; l’86% inoltre evidenzia nelle infezioni ospedaliere un’emergenza di sanità pubblica.

«Grazie alla ricerca farmacologica che ha messo a punto nuovi farmaci per le differenti patologie, negli ultimi 10 anni la mortalità in Italia si è ridotta del 23%», ha puntualizzato Beatrice Lorenzin, ministro della Salute uscente. «Oltre alle innovative terapie anti-tumorali e alle molecole per la prevenzione cardio-vascolare, sono stati studiati farmaci in grado di eradicare malattie come l’epatite C e vaccini per evitare infezioni, che possono rivelarsi mortali in bambini e anziani. Purtroppo, però, il calo della copertura vaccinale di questi ultimi anni, ha fatto riemergere in Italia malattie come il morbillo, che sembravano completamente debellate. Come pure i fenomeni di antibiotico-resistenza potrebbero far comparire infezioni anche gravi, destinate a diventare nel 2050 la prima causa di mortalità nel mondo, secondo i dati dell’OMS. Per questo abbiamo ritenuto fondamentale l’attuazione del Piano vaccinale, per la diffusione delle vaccinazioni nei bambini, e stiamo incentivando la ricerca di nuovi antibiotici per combattere potenziali nuove infezioni».

Non a caso un’azienda come MSD ha deciso di investire una grossa fetta del proprio fatturato (18%) in ricerca e sviluppo. «Diversi gli obiettivi prefissi», ha riassunto Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia nel corso dell’appuntamento romano. «Innanzitutto la scommessa sui farmaci immuno-oncologici, che stanno aprendo un nuovo filone di cura per i tumori. A seguire gli studi per combattere le resistenze agli antibiotici. E poi l’eradicazione di malattie come l’epatite C e i tumori al collo dell’utero, con un nuovo farmaco e un vaccino contro nove ceppi del virus HPV; la profilassi vaccinale con studi sulle infezioni ospedaliere e sui nuovi virus pandemici (come Ebola); senza dimenticare le malattie croniche (cardiovascolari, diabete e Alzheimer) che rappresentano un’emergenza italiana».

Dall’indagine emerge infatti come il 30% degli intervistati sia affetto da malattie croniche. «Per questo nel recente “Piano nazionale delle cronicità” sono state messe a punto strategie per promuovere “l’invecchiamento in salute”», ha sottolineato Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale, «attraverso la diffusione delle vaccinazioni e i modelli di gestione delle cronicità sul territorio, finora pienamente operativi solo in 5 Regioni, a causa dei costi elevati. La chiave di volta dovrebbe essere il medico di Medicina generale, perno della gestione integrata dei pazienti con patologie croniche, ma ancora limitato nella libertà prescrittiva, in particolare per quanto riguarda le terapie innovative per il diabete. E questo a scapito della salute dei cittadini, salvaguardata purtroppo in modo ancora disomogeneo nelle diverse realtà regionali».

Dall’indagine emerge come le patologie croniche incidano in modo significativo sulla spesa sanitaria: un esempio è il diabete che costa al SSN 9,6 miliardi di euro all’anno, a cui si aggiungono più di 10 miliardi di euro per i costi indiretti (assenza dal lavoro, pensionamento anticipato). Eppure è emersa anche una diversa percezione dei costi delle malattie. Secondo gli intervistati, infatti, la patologia che costa di più sarebbe il cancro: 66% contro il 19% che ritengono più costose le patologie cardiovascolari e il 18% il diabete. «Ancora una volta si evidenzia l’importanza di una corretta informazione, come abbiamo avuto modo di vedere nella Campagna sui vaccini», ha ribadito Roberto Burioni, professore di Microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. «E per comunicare alle persone è opportuno utilizzare i mezzi che la scienza mette a disposizione, soprattutto i social network. Passi importanti si stanno facendo con la trasmissione delle informazioni in rete (telemedicina), per creare banche dati che rendano subito disponibili risultati di esami che possono essere sottoposti in tempo reale a consulti e confronti anche in ospedali di città e Paesi diversi. E questo ad ulteriore garanzia della tutela della salute dei cittadini».

di Paola Trombetta

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