Lo stress? Accentua i disturbi femminili

È lo stress che scombussola la vita delle donne, sempre più divise tra forno e computer. Tanto che, secondo un’indagine condotta da Assosalute (Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione), nove donne su 10, soprattutto adolescenti e di età compresa tra i 35 e i 40 anni, subiscono questi effetti “stressanti” da una a tre volte al mese. Piccoli disagi che tuttavia peggiorano l’umore, più soggetto a fluttuazioni e nervosismi. La salute diventa preda di emicranie, con una percentuale pari a circa il 70%, a cui fanno seguito gonfiore e disturbi gastrointestinali (49%), insonnia e tensione muscolare (48%) e infine dolori mestruali (43%), e persino nei rapporti interpersonali si diventa meno predisposti all’incontro quando si è sotto stress. Insomma questi malesseri, per quanto lievi, sembrano incombere sullo stile di vita: riducono la voglia di fare sport, abbassano le performance lavorative, rendono più difficile il rapporto con il capo, e arrivano persino a influenzare le abitudini alimentari, non rendendosi conto che saltare i pasti o l’attività sportiva possono aumentare la percezione dello stress, avvertito in particolare a livello gastrico e intestinale.

«I ritmi frenetici di vita della donna moderna, impegnata su diversi fronti, familiari, professionali e privati, influenzano molti aspetti del benessere psico-fisico femminile, che è frutto di un equilibrio meraviglioso ma complesso, che coinvolge l’intero assetto ormonale», spiega Rossella Nappi, professore ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica, presso il Policlinico San Matteo di Pavia. «Dagli ormoni responsabili della riproduzione a quelli dello stress, fino agli ormoni che regolano la funzionalità tiroidea e a quelli che controllano il bilancio metabolico di grassi e zuccheri, anche un lieve disequilibrio dell’universo ormonale può rendersi complice della comparsa di varie sintomatologie: alterazioni del ciclo mestruale, fino alla possibile infertilità, stati di affaticamento immotivati, oscillazioni di peso, disturbi umorali o affettivo-relazionali».

Quasi nessuna donna è esclusa dai disturbi da stress, sebbene le manifestazioni possano variare secondo l’età. Più frequenti nelle giovanissime sono la sindrome premestruale o i dolori mestruali che, in alcuni casi, arrivano a compromettere il rendimento scolastico o la voglia di attività fisica; mentre l’età di mezzo, tra i 35 e i 54 anni, soffre maggiormente dei veri disturbi da stress, come insonnia e tensione muscolare; le donne over 55, invece, possono avvertire soprattutto il gonfiore alle gambe. Ma non si tratta solo di età. Ci sono anche fasi particolari della vita della donna, come l’adolescenza, l’arrivo della menopausa o della gravidanza, in cui mal di testa, sindrome premestruale e dolori mestruali sono “compagni” quasi fedeli: si tratta infatti di momenti di passaggio delicati in cui gli ormoni hanno una complicità importantissima, sia sulla componente fisica che psicologica.

In un contesto che appare “disturbante”, almeno due buone notizie ci sono: la prima riguarda i partner (e i capo ufficio), che sempre secondo l’indagine, sono oggi più consapevoli dei disagi femminili (soprattutto se si tratta di mal di testa e dolori da ciclo) e dunque più disponibili a offrire supporto e comprensione nei momenti out per la donna. «Gli uomini – aggiunge la professoressa – non sottovalutano né minimizzano questi disturbi, anzi, ammettono che i piccoli disturbi femminili rendono le donne più nervose, ma a ragione». Il secondo aspetto, sempre positivo, è che le donne nella maggioranza dei casi sanno come curarsi: nei giorni di defaillance, per essere in salute e sembrare in forma nella gestione di impegni professionali e familiari, ricorrono il più delle volte a farmaci di automedicazione/da banco (58%) già sperimentati (50%), al riposo (41%) o ai rimedi della nonna (31%) tra cui tisane, latte e miele, boule dell’acqua calda. E se non ottengono risultati, sono comunque responsabili (non fosse altro che per il loro ruolo di care-giver), chiedendo aiuto al farmacista (29%) o al medico (28%). Solo una donna su 10 aspetta che il disturbo passi senza confrontarsi con nessuno o senza fare nulla, quando invece per ogni disturbo il rimedio c’è:

  • contro il mal di testa, che colpisce in un rapporto di 3 a 1 rispetto all’uomo, con frequenza maggiore durante il periodo mestruale, sono indicati antinfiammatori non steroidei (FANS), in compresse o bustine, che possono alleviare sensibilmente il fastidio del cerchio alla testa. Tuttavia se la dose supera i dieci analgesici al mese, è bene consultare il medico di fiducia o effettuare una visita specialistica;
  • contro la sindrome premestruale e i dolori mestruali sono ancora una volta efficaci i FANS, come l’ibuprofene;
  • contro insonnia, tensione muscolare e Herpes da stress sono disponibili, in automedicazione, sedativi leggeri che possono favorire il riposo (passiflora, valeriana), antivirali ad uso topico in caso di Herpes labiale e FANS per combattere la tensione muscolare. Altrettanti benefici si ottengono da piccoli spazi di libertà che la donna dovrebbe dedicare a se stessa per svolgere attività fisica o un proprio hobby. Questi momenti di attenzione personale sono i migliori antistress: parola di esperti;
  • contro cattiva digestione, bruciore di stomaco, stipsi, diarrea, e in generale i disturbi gastrointestinali, sono efficaci micro-organismi a base di lieviti o lattobacilli, lassativi, lubrificanti e antidiarroici, enzimi digestivi e farmaci procinetici, antiacidi, anti secretori e inibitori della pompa protonica, acquistabili senza ricetta. Anch’essi non possono mai mancare in un “kit di automedicazione di Venere”.

Un’ultima e fondamentale raccomandazione: non è mai corretto “rassegnarsi” al dolore. Va sempre combattuto, anche e soprattutto in concomitanza del ciclo mestruale, soprattutto se il dolore diventa “cattivo”, cioè pulsante e stringente, se perdura per qualche giorno o se si ripete nel tempo: in questi casi potrebbe nascondere un problema di altra natura, come l’endometriosi che, se non adeguatamente curata, potrebbe portare anche all’infertilità, interferendo con la buona salute sessuale e fisica. «Soprattutto quando il dolore è ricorrente – conclude Nappi – è utile tenere un “diario del dolore”, annotando intensità, frequenza e i momenti della giornata più critici: informazioni particolarmente utili alla donna per valutare possibili anomalie nelle manifestazioni dolorose e al medico per stabilire la natura reale del dolore e impostare la terapia più corretta».

di Francesca Morelli

 

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