Terme di Comano, una vacanza amica della pelle

«È il quarto anno che veniamo, in estate, alle Terme di Comano, unendo il piacere di una vacanza in montagna all’esigenza di curare una malattia della pelle, come la dermatite atopica, di cui mio figlio Pietro soffre da quando è nato. All’inizio eravamo disperati. Fin dai primi mesi, infatti, Pietro ha manifestato in modo grave questa malattia e soprattutto la notte continuava a grattarsi per il forte prurito. Mio marito ed io, compresa la sorellina più grande Giulia, ci svegliavamo per i suoi lamenti. Per evitare che potesse graffiarsi, gli avevamo messo dei guantini di cotone, ma lui si grattava con i denti. Un calvario che non sembrava trovare una soluzione. Finchè l’allergologa, da cui Pietro era in cura, ci consigliò di portarlo a Comano. Il primo anno è stato un po’ burrascoso, perché Pietro, dopo le prime immersioni in acqua termale, aveva avuto uno sfogo molto intenso. Ma i medici delle Terme ci avevano tranquillizzati, dicendo che era una normale reazione dell’organismo, che doveva espellere tutte le tossine accumulate. E infatti dopo una settimana, già si vedevano i miglioramenti: niente più prurito e pelle sempre meno arrossata. Fino alla quasi completa guarigione dopo 15 giorni, con due trattamenti al giorno. Sono ormai quattro anni che veniamo alle Terme di Comano. Ogni volta Pietro fa un ciclo di 12 bagni termali che sono diventati per lui un gioco divertente. Ora sta bene, le fasi acute della sua malattia si sono ridotte. E finalmente gioca a rugby con i suoi compagni, che non lo guardano più in quel modo strano di quando aveva le chiazze rosse sulla pelle».
Come Alice (nella foto a lato assieme al figlio Pietro), sono tante le mamme che hanno scelto una vacanza curativa a Comano per i loro bambini, che soffrono di malattie della pelle come la dermatite atopica e la psoriasi. Le acque bicarbonato-calcio-magnesiache sono infatti un potente rimedio e, in molti casi, risolvono completamente la malattia, eliminando l’uso di altri farmaci a base di cortisone.

«Grazie alla presenza di oligoelementi, in particolare ioni calcio e magnesio, e con un Ph vicino alla neutralità, le acque di Comano da molti anni sono un rimedio ideale per le malattie infiammatorie della pelle, soprattutto dermatite atopica e psoriasi, ma sembrano dare buoni risultati anche nei pruriti e nelle cicatrici da ustioni», conferma il professor Mario Cristofolini, presidente del Centro Studi e Ricerche delle Terme di Comano. «Queste acque funzionano bene negli adulti, ma soprattutto nei bambini: tanto precocemente vengono effettuate le cure, quanto migliore sarà il risultato. Non solo: abbiamo visto che nei bambini molto piccoli, anche di pochi mesi, e negli stati acuti, otteniamo miglioramenti nel 70-80% dei casi. E, nella maggior parte dei piccoli, vengono definitivamente sospese le creme a base di cortisone che prima dovevano applicare. Anche nella psoriasi i risultati sono confortanti: in alcuni casi arrivano a Comano persone con malattia avanzata, che stanno già assumendo farmaci sistemici, come metotrexate e biotecnologici. In questi casi, le terapie devono essere sospese, almeno una settimana prima delle cure termali, così pure le applicazioni locali con cartisonici. Abbiamo condotto diversi studi su centinaia di persone per valutare gli effetti dell’acqua termale nei casi di psoriasi, con evidenti miglioramenti, soprattutto nelle forme lievi e moderate, ma anche in quelle gravi. All’acqua termale si associa, in questi casi, la fototerapia selettiva a raggi UVB-nb (a banda stretta con lunghezza d’onda di circa 311 nm). Si è visto che l’acqua termale favorisce la penetrazione delle radiazioni più velocemente con dosi minori, ma in modo più efficace e con risultati più duraturi nella cura della psoriasi».

«Con l’aiuto del CIBIO, Centro di Biologia Integrato, stiamo inoltre studiando le variazioni  di particolari ceppi di microrganismi, in parte sconosciuti, presenti sulla pelle (microbiota cutaneo formato in gran parte da staphilococcus epidermidis) durante la terapia termale e il rapporto col microbiota dell’acqua termale», aggiunge Cristofolini. «L’ipotesi è che il microbiota dell’acqua termale possa interagire con quello della cute, riequilibrandolo e riducendo ulteriormente la produzione di citochine pro-infiammatorie. In seguito si potrebbero isolare e concentrare questi microrganismi, creando una specie di “pappa” da applicare sulla pelle o inserirli nelle creme a base di acqua termale per potenziarne l’effetto. Già sono stati pubblicati i primi studi sul microbiota cutaneo, sulla rivista americana NPJ Biofilm Microbiomes. Abbiamo da poco avviato uno studio su un centinaio di pazienti, già in fase di arruolamento, per valutare l’effetto delle applicazioni termali e le variazioni del microbiota sulla cute in rapporto all’andamento clinico della malattia».

Per sapere di più di queste nuove scoperte, specialisti e scienziati si confronteranno al Congresso in programma il 21 ottobre, presso il Centro Studi e Ricerche delle Terme di Comano.

di Paola Trombetta

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