La ricerca Airc per i tumori femminili

Lo scorso anno, in Italia, oltre 65mila donne sono state colpite da un tumore al seno o agli organi riproduttivi. Il cancro al seno è il più frequente, con circa 50mila nuove diagnosi, ma è anche la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dal 78% all’85,5%. Un traguardo importante, ma ancora lontano dal 100%, soprattutto se si considera l’aumento di incidenza del tumore al seno nella fascia di età 30-40 anni: sono infatti circa 3mila le giovani donne sottoposte ogni anno a protocolli di cura per questa malattia. I tumori ginecologici interessano, invece, più di 15mila pazienti. Mentre per endometrio e cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 76% e al 68%, resta ancora molto da fare per combattere il tumore all’ovaio, su cui si stanno concentrando gli sforzi di molti ricercatori. Tra questi Anna Bagnato, ricercatrice AIRC da quasi 20 anni, che oggi dirige il Laboratorio di Modelli preclinici e Nuovi agenti terapeutici all’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma, testimonial, insieme ai due figli Marco e Tommaso, della Campagna di raccolta fondi AIRC, che si concretizza domenica 14 maggio, Festa della mamma, con la vendita dell’Azalea della Ricerca.

«Ogni anno nel mondo sono 225mila le donne colpite dal tumore all’ovaio e il 45% di loro sopravvive oltre i cinque anni», puntualizza la dottoressa Bagnato. «Molto spesso la malattia si ripresenta e non risponde più alle cure. Per questo oggi la ricerca è focalizzata nell’identificazione di nuove combinazioni di farmaci. Un filone di ricerca molto promettente è quello degli studi incentrati sull’immunoterapia, che mirano a stimolare la risposta immunitaria contro le cellule del tumore. Un nuovo filone che stiamo sperimentando riguarda alcune molecole che agiscono contro l’endotelina, una proteina che provoca vaso-costrizione. Già vent’anni fa, quando lavoravo nel Laboratorio di Kevin Catt, al National Institute of Health di Bethesda, iniziai i miei studi sull’endotelina nei tumori, caratterizzando le sue funzioni non solo sulle cellule tumorali, ma anche sulle cellule endoteliali dei vasi, focalizzando la nostra attenzione sugli effetti angiogenici, ovvero l’aumentata vascolarizzazione linfatica ed ematica, quindi la crescita del tumore. Per questo, inibendone l’azione, si può cercare di bloccare la diffusione del tumore e controllare lo sviluppo di metastasi, che si diffondono anche attraverso i vasi linfatici. Inoltre, bloccando i recettori dell’endotelina, si può interferire con il segnale emesso dalle cellule tumorali nel microambiente che le circonda, rendendole più sensibili alla chemioterapia. Attualmente, grazie all’AIRC, stiamo studiando nuove combinazioni farmacologiche in tessuti tumorali che derivano da pazienti con tumore all’ovaio, di tipo sieroso, ma attendiamo fiduciosi l’avvio di una prima sperimentazione clinica di queste nuove e promettenti molecole».

L’azalea sboccia in 3.600 piazze italiane

Domenica 14 maggio, in oltre 3.600 piazze italiane si rinnova l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca, distribuita dai 20mila volontari dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, con una donazione di 15 euro. Assieme a questa pianta primaverile, che in più di trent’anni di storia è diventata un prezioso alleato per la salute delle donne – consentendo di destinare risorse importanti per i progetti di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili – verrà distribuita anche una speciale Guida con preziose informazioni in tema di cure. Si potranno trovare utili indicazioni per valutare le migliori strutture a cui affidarsi, verranno presentate le nuove “Breast units”, centri interdisciplinari di senologia che rappresentano una nuova opportunità di cura e assistenza per affrontare il tumore al seno con gruppi di specialisti dedicati. In copertina Carolyn Smith, presidente di giuria del fortunato programma “Ballando con le stelle”, ballerina e coreografa di fama internazionale, che racconta la sua esperienza legata alla malattia parlando del tumore al seno che l’ha colpita due anni fa: “Il mio consiglio a tutte le donne che come me si trovano a combattere questa malattia, è di non fermarsi al primo ospedale che incontrano, ma di accertarsi che sia effettivamente un centro specializzato nella cura dei tumori, perché l’esperienza fa la differenza e può salvare una vita. Dobbiamo capire che un secondo parere, se il primo non ci convince, è un nostro diritto e non uno sgarbo che facciamo al medico”.

 di Paola Trombetta

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