Uovo, colomba… attente a colesterolo e glicemia

Il pranzo pasquale, le uova di cioccolato e i dolci tradizionali, che in questo periodo abbondano sulle nostre tavole, non devono farci dimenticare due nemici della salute, il colesterolo e la glicemia, evitabili con una sana alimentazione. Per questo è partita la Campagna di prevenzione “LopiLife: nutriamo la salute del cuore”, promossa da Essex Italia, società del gruppo MSD, che prevede talk show sul territorio rivolti ai medici, incontri in farmacia per il pubblico, eventi gastronomici, coordinati da un team di specialisti, come lo chef stellato Luciano Monosilio, del ristorante Pipero di Roma, che divulgherà ricette creative, abbinamenti di ingredienti e metodi di cottura “amici del cuore in cucina”(www.lopiglik.it). Certo, perché la prima regola di buona salute è una sana alimentazione, con combinazioni intelligenti di ingredienti gustosi e benefici per il cuore. E se questo non basta, si può “correggere il tiro” con l’uso di integratori alimentari in grado di tenere sotto controllo il colesterolo, senza dover ricorrere a farmaci come le statine. Che spesso, soprattutto nelle donne in menopausa, hanno creato non pochi problemi. Per capire come utilizzare questi integratori per ottimizzare la dieta e controllare colesterolo e glicemia, in particolare nelle donne over-40, quando la malattia metabolica fa la sua comparsa, abbiamo intervistato la dottoressa Sara Farnetti, specialista in Medicina Interna e Malattie del metabolismo di Roma.

sara-farnetti-foto-chi-sonoPerché, soprattutto a partire dai 40 anni, è fondamentale tenere sotto controllo colesterolo e glicemia? Questi due parametri sono correlati tra loro e in che modo?
«Dopo i 40 anni è importante tenere sotto controllo il colesterolo, perché è uno dei primi segnali della sindrome metabolica, una condizione clinica nella quale interventi diagnostici e terapeutici, nutrizionali e nutraceutici tempestivi influenzano positivamente l’aspettativa di vita e riducono notevolmente la spesa sanitaria. La sindrome metabolica aumenta l’incidenza di cancro, diabete, malattie cardiovascolari, malattie del sistema nervoso centrale, osteoporosi. Questa sindrome è “silenziosa”: la paziente non avverte disturbi particolari, e spesso la scopre per puro caso effettuando alcuni esami del sangue. In realtà, la sindrome metabolica è evidente già da questo segnale: l’aumento della circonferenza della vita che documenta una obesità localizzata nella zona addominale. Nello specifico, le misure considerate a rischio sono superiori ai 94 centimetri per gli uomini e 80 per le donne. Per la diagnosi di sindrome metabolica devono essere anche presenti due dei seguenti criteri: aumento dei trigliceridi nel sangue (oltre 150 mg/dl); riduzione del colesterolo HDL “buono” al di sotto dei 40 mg/dl nelle donne e dei 50 mg/dl negli uomini; pressione alta (valori superiori agli 85 mmHg di minima e ai 130 mmHg di massima); glicemia elevata a digiuno (valori superiori ai 100 mg/dl) o diagnosi di diabete».

Come si alimentano le over-40? Quali sono i più frequenti errori o falsi miti rispetto alla scelta degli alimenti adatti a controllare colesterolo e glicemia?
«Il problema non è se le over 40 si alimentino bene o male. Il punto è che ci si dovrebbe alimentare correttamente fin da piccoli: chi si alimenta bene dai primi anni di vita acquisisce comportamenti e abitudini rispetto agli alimenti che nel tempo si manterranno e, soprattutto, offriranno gli strumenti per fare le scelte più sane in fatto di alimentazione. Possiamo dire in tal senso che i quarantenni di oggi non hanno avuto gli strumenti utili per capire e scegliere nell’ampia gamma di prodotti alimentari che offre il mercato. È un problema di ignoranza, inteso come non conoscenza, mancanza di consapevolezza delle proprie scelte. A questo si aggiungono gli errori e i falsi miti, per esempio: “il grasso ingrassa”, “la carne fa male”, “cibo light dimagrante”, e molti altri ancora. Sappiamo invece che per un buon controllo del colesterolo e della glicemia è importante ridurre il carico glicemico dei pasti, che si ottiene diminuendo la quota dei carboidrati, e il carico insulinico. Per esempio, si può mangiare un primo come la carbonara, ma il secondo dovrà essere l’insalata, magari la cicoria che serve a modulare l’indice glicemico. Come pure è importante ridurre la percentuale di sale nei cibi: meglio sostituirlo con erbe aromatiche (timo, origano, peperoncino) che danno sapore e fanno evitare l’ipertensione».

Rispetto al controllo del colesterolo e al mantenimento della funzionalità glicemica, che funzione svolgono i principi attivi di un integratore come LopiGLIK: riso rosso fermentato, berberina e gelso bianco?
«Questo nuovo integratore ha un’azione sinergica perché agisce contemporaneamente sullo squilibrio lipidico, con il riso rosso e sulla glicemia, con il gelso bianco; a completare l’opera, la berberina che migliora il flusso biliare. Si tratta di un effetto sinergico e combinato con una doppia azione su due vie metaboliche parallele, del metabolismo lipidico e glucidico. Il legame tra colesterolo e glicemia è molto stretto, dal momento che l’eccesso di insulina fa aumentare la glicemia e il colesterolo, e rappresenta dunque un importante fattore di rischio per le dislipidemie».

Uno stile di vita sano non dovrebbe comportare rinunce a tavola: come dovrebbe agire chi vuole mantenersi sano, ma è anche esigente nella scelta degli alimenti? Quale valore aggiunto può dare l’assunzione di un integratore?
«Per stare bene e guadagnare salute il più a lungo possibile, affrontando una sana longevità, dobbiamo imparare a riprogrammare i nostri ormoni a tavola: il primo passo è ridurre l’insulino-resistenza, il secondo passo è saper combinare gli alimenti in modo funzionale. È sbagliato sia mangiare troppi zuccheri, sia troppe proteine. La cosa giusta da fare è mantenere bassa l’insulina a ogni pasto, assumendo alimenti “amici”, come le mandorle, e sostanze estratte dalle piante, come il cardo e il gelso bianco che controllano la fame e riducono la glicemia. A volte i nutraceutici non sono né necessari né sufficienti, ma lo diventano quando con essi vogliamo dare maggiore efficacia benefica alla azione funzionale dei cibi che assumiamo, modulando così il metabolismo».

di Paola Trombetta

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