Come riconoscere e trattare i sintomi della tosse

Tre è il numero perfetto, anche per la tosse. Corrisponde infatti alle manifestazioni, con sintomatologie e caratteristiche diverse, a cui questo fastidioso disturbo delle basse vie respiratorie può comparire soprattutto in inverno, favorito da freddo, umidità, sbalzi di temperatura. Non la amiamo affatto, perché la tosse ci tormenta di giorno e di notte, limitandoci nello svolgimento delle attività quotidiane che restano sottotono e nelle capacità di concentrazione, eppure ha un importante valore funzionale: «La tosse – spiegano gli esperti di Assosalute – è un meccanismo di difesa estremamente efficace per l’organismo che ha lo scopo di allontanare particelle, sostanze o addensamenti che si possono formare nell’apparato respiratorio, impedendo il normale passaggio dell’aria. Grazie alla tosse, le vie respiratorie si ripuliscono dalle impurità, quali polveri e sostanze nocive ambientali, e dalle secrezioni di catarro dovute a un’infiammazione delle vie respiratorie per lo più di causa virale».

La reazione della tosse agli stimoli eterni non è sempre uguale, bensì triplice, trattabile nella maggior parte dei casi con l’automedicazione. Ovvero con farmaci (da banco) con il bollino rosso che sorride sulla confezione, acquistabili senza ricetta medica: «Esiste la tosse secca e stizzosa, cioè senza produzione di muco – continuano gli esperti – che nasce in prossimità della gola, della trachea e della laringe, annunciando una possibile patologia da raffreddamento. Si cura con i sedativi della tosse specifici per le prime vie aeree, con funzione antinfiammatoria (pipazetato, destrometorfano, cloperastina, butamirato, levodropropizina, oxolamina anche in associazione). A questa si aggiunge la tosse “grassa” o produttiva che origina nei bronchi e forma catarro; la si riconosce perché ha un suono cavernoso, sintomo di un’infezione virale che causa un’ostruzione delle vie respiratorie. Il trattamento, in questo caso, richiede degli espettoranti (guaifenesina, dropropizina, menglitato in associazione e sulfoguaiacolo) che rendono il catarro maggiormente fluido, idratandolo e agendo sulle secrezioni della mucosa bronchiale e dei mucolitici come acetilcisteina, ambroxolo, bromexina, carbocisteina e sobrerolo che agiscono sul muco rendendolo meno consistente e viscoso. Infine vi è la tosse cronica che interessa il 10% della popolazione, soprattutto donne e bambini, e che causa 5 milioni di visite mediche annue, anche detta “tosse del fumatore” se si presenta ciclicamente tutto l’anno, a causa dell’irritazione da fumo di sigaretta che infiamma costantemente le mucose respiratorie».

Contro la tosse si può ricorrere anche a trattamenti omeopatici: al Bryonia 9 CH per la forma secca o allo Spongia tosta 9 CH se presenta una tonalità sonora quasi acuta; al Ferrum phosphoricum 9 CH in caso di tosse stizzosa con senso di pizzicore in gola e febbre o a Drosera 30 CH per le forme con accessi soprattutto notturni. Invece in caso di tosse grassa sono indicati Drosera 30 CH, se le manifestazioni sono soprattutto notturne; Antimonium tartaricum 5 CH con tosse produttiva abbondante, espettorazione facile e astenia, mentre se la tosse presenta catarro denso, giallastro, durante il giorno, ed è secca di notte, meglio assumere Pulsatilla 9 CH; infine, con accessi di tosse violenti, seguiti da vomito, il rimedio più efficace è Ipeca 9 CH. «Per tutti questi medicinali – precisa il dottor Mauro Mancino, pediatra e esperto omeopata di Pesaro – la posologia è di 5 granuli ogni 3 ore, con diradamento al miglioramento dei sintomi. I granuli vanno sciolti in bocca, preferibilmente sotto la lingua. È possibile utilizzare anche uno sciroppo pass-partout, Stodal (disponibile anche in granuli), indicato pure nei bambini sotto i due anni, che agisce sinergicamente sia a livello delle secrezioni che a livello della tosse spasmodica, permettendo di ridurre la frequenza e l’intensità del disturbo. La posologia indicata per gli adulti è di 15 ml (3 bicchierini dosatori, oppure un cucchiaio) mentre per i bambini è di 5 ml (un bicchierino dosatore o un cucchiaino), 3-5 volte al giorno». La tosse, di norma, si risolve nel giro di alcuni giorni: se tuttavia perdurasse oltre 7 giorni o si accompagnasse a caratteristiche anomale dell’espettorato quali presenza di sangue o variazioni nel colore o ad altri sintomi come la sensazione di oppressione toracica e difficoltà respiratorie, è bene consultare un medico.

Alcuni buoni comportamenti possono però aiutare a prevenire o a combattere i disturbi della tosse: «Occorre innanzitutto prestare attenzione agli ambienti eccessivamente secchi – continuano gli esperti di Assosalute – specie in inverno, quando il riscaldamento può “asciugare” eccessivamente l’aria facilitando l’irritazione delle vie respiratorie». Dunque è importante inumidire gli ambienti con appositi umidificatori o anche solo appoggiando salviette bagnate sui termosifoni, tanto più che la condizione ambientale umida favorisce, in caso di tosse grassa, la produzione di muco più facilmente eliminabile. «Infine fondamentale – concludono gli specialisti – è non prendere freddo e coprire, oltre la gola, anche il naso, soprattutto con l’irrigidirsi delle temperature. Ancora, è consigliato consumare bevande calde come tè e brodo, che aiutano a ridurre l’irritazione delle prime vie respiratorie e rendere più fluido il muco». Se poi la tosse si accompagna anche a raffreddore e a un generale malessere, meglio concedersi un po’ di riposo, al caldo e sotto le coperte, cercando di dormire, soprattutto se la tosse è grassa, a pancia in giù per evitare che il catarro si accumuli in prossimità della laringe, creando così un colpo di tosse che disturberebbe il sonno.

di Francesca Morelli

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