Dimmi quando sei nata e ti dirò se rischi la maculopatia

 

Anche la stagionalità può fare una “vistosa” differenza. Lo hanno annunciato gli esperti della Società Oftalmologica Italiana (SOI) in occasione del 96° Congresso Nazionale tenutosi a Roma, almeno quando si parla di degenerazione maculare senile, cioè di una malattia che colpisce la macula – la parte centrale della retina – diminuendo la capacità visiva fino a rendere difficili anche azioni comuni e quotidiane, come la lettura di un giornale.

La maculopatia è una patologia multifattoriale il cui sviluppo è influenzato soprattutto dall’avanzare dell’età e dalla predisposizione genetica, ma anche da stili di vita e comportamenti scorretti come l’abuso di sigarette che ne eleva il rischio, sregolatezze alimentari o patologie concomitanti quali l’ipertensione: tutte componenti che possono essere coinvolte nelle alterazioni dei meccanismi molecolari o cellulari che innescano la malattia. A questi fattori si aggiungerebbero infine anche influenze ambientali: prima fra tutti l’esposizione alla luce del sole della mamma in gravidanza.

Secondo un recente studio condotto dall’Università di Catania, il mese di nascita aumenterebbe (o diminuirebbe) le probabilità di sviluppare una maculopatia negli anni d’argento. A tal punto che i bimbi nati nei mesi freddi, a gennaio e febbraio, cresciuti cioè in utero nei mesi più caldi e soleggiati dell’anno, sarebbero più protetti contro la malattia rispetto ai coetanei nati in estate e il cui sviluppo è avvenuto in contesti di esposizione al sole più ridotti. Il fenomeno avrebbe una spiegazione scientifica: il maggiore introito di vitamina D da parte dei bimbi nati nel primo trimestre dell’anno, uno strumento prezioso per consolidare le ossa e lo sviluppo scheletrico del bebè, ma anche per rafforzare il sistema immunitario, prevenendo o diminuendo le probabilità di incorrere in malattie di questa natura. Compresa la degenerazione maculare, in cui l’autoimmunità ha un ruolo rilevante, e nella quale la vitamina D svolge un ruolo protettivo a lungo termine, a distanza anche di 60 anni. «Il nostro studio – ha spiegato il professor Teresio Avitabile, direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Catania, Segretario della SOI (Società Oftalmologica Italiana) – in linea con precedenti ricerche, ha confermato l’importanza del primo trimestre di gravidanza nella formazione del sistema immunitario. L’innovazione sta però nell’avere dimostrato un rischio di malattia legato non tanto al mese di nascita, quanto piuttosto alla stagione, con uno scarto del 3-4% superiore per le persone nate nei mesi estivi rispetto a quelle nate nei mesi invernali, con una correlazione tanto più forte nelle donne a causa di possibili fattori genetici e ormonali». Sebbene l’ipotesi sia ritenuta dagli esperti ancora suggestiva e meritevole di ulteriori approfondimenti, i dati emersi dalla ricerca sono scientificamente accettabili, almeno in termini numerici.

I ricercatori, grazie al prezioso contributo di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che ha fornito un registro di monitoraggio riguardante l’uso di farmaci nella popolazione con età superiore ai 70 anni, hanno potuto prendere in esame circa mille pazienti sani che costituivano il gruppo di controllo e quasi 50 mila pazienti, di cui oltre 26 mila donne, nati tra il 1925 e il 1944, affetti da una forma di maculopatia degenerativa senile in trattamento, nel periodo 1° gennaio 2013-29 luglio 2015, con iniezioni antivitreali di anti-VEG, uno dei 4 farmaci più in uso per il controllo della malattia (pegaptanib sodico, bevacizimab, ranibizumab e aflibercept). «La maculopatia – aggiunge Avitabile – può manifestarsi nella forma atrofica (o secca) in cui si assiste a una progressiva degenerazione della retina dovuta a un processo di invecchiamento patologico, per il quale al momento non esistono farmaci, o nella forma neovascolare, cosiddetta umida, nella quale dalla lamina del bulbo oculare (coroide) si sviluppano nuovi vasi che, progredendo nella crescita, arrivano anche a bucare la retina. È oggi possibile con questi farmaci tentare di arrestare la crescita dei nuovi vasi, limitando i danni alla retina».

Dei pazienti in trattamento, inclusi nello studio, sono stati valutati il mese di nascita e il sesso, arrivando a concludere che in particolare nelle donne il rischio di maculopatia degenerativa senile era superiore del 2,9% per le nate in estate e del 3,2% inferiore per le nate in inverno. Sarebbe dunque confermata l’ipotesi delle origini fetali, ovvero della suscettibilità a molte malattie croniche, pre-determinata in utero, ma anche della possibile associazione con il mese o la stagione di nascita a cui “risponderebbero” alcune patologie – quali il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la malattia di Crohn o il lupus. È dunque possibile mettere in atto azioni preventive nei soggetti che nascono nei mesi più a rischio? La questione è ancora aperta e in fase di studio, ma non è trascurabile, considerando che la maculopatia, prima malattia che causa ipovisione tra i soggetti in età compresa fra i 55 e i 60 anni, è destinate a crescere sensibilmente in funzione soprattutto dell’aumento della popolazione anziana e dell’allungamento della vita media. A tal punto che si stima, entro 20-30 anni, un interessamento a diversi gradi di intensità della malattia, del 40% di popolazione sopra i 65 anni.

di Francesca Morelli

GLI ITALIANI NON SI CURANO DELLA VISTA

Nel 78% dei casi non fanno corretta prevenzione, sottoponendosi a controlli periodici regolari. È quanto emerso da Vistatour 2016, un’iniziativa itinerante che ha fatto tappa in 9 città italiane, tra Lazio (Roma, Viterbo) Sardegna (Cagliari e Oristano), Liguria (Genova e La Spezia) e Toscana (Marina di Carrara, Viareggio, Firenze), coinvolgendo quasi 1200 persone. Di queste, il 50% degli esaminati tra i 40 e i 65 anni è stato indirizzato a un visita oculistica e un quarto ha ricevuto la raccomandazione di un controllo ottico. Pochi e prevalentemente over 65, sono stati meritevoli di visita oculistica urgente, con un solo caso nella fascia più giovane fra 0 e 14 anni. Realizzata in collaborazione con AIMO – Associazione Italiana Medici Oculisti, ANFAO, Assogruppi Ottica, Assottica Gruppo Contattologia e Federottica, l’iniziativa ha previsto la raccolta dei dati refrattivi, esame della refrazione e test di Amsler ed esame del fondo oculare per evidenziare la presenza di eventuali patologie. «Commissione Difesa Vista Onlus – ha dichiarato il presidente Vittorio Tabacchi – si occupa da sempre di sensibilizzare i cittadini sui rischi derivanti da una scarsa attenzione alla salute degli occhi, attraverso campagne che aumentino nei soggetti più vulnerabili la consapevolezza individuale e collettiva, ma anche informando sulle corrette pratiche per la preservazione di una buona qualità visiva e collaborando con altri enti pubblici e privati, scuole incluse, che perseguono obiettivi simili». Perché anche la tutela della salute della vista comincia da bambini e continua da grandi.

F.M.

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