CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA, UN DIRITTO ANCORA NEGATO

Strada in salita per la contraccezione d’emergenza. Nonostante le donne maggiorenni possano ormai comprare la nuova pillola del giorno dopo (a base di Ulipristal acetato) anche senza ricetta medica, mille ostacoli culturali, informativi e relazionali impediscono ancora che questo avvenga. Secondo l’indagine SWG/ Edizioni Health Communication condotta su 400 donne 18/40enni e presentata di recente a Roma, il 30% delle donne è convinta che la ricetta sia ancora obbligatoria, quasi la metà non ne sa nulla e solo il 16% risulta ben informata. Tutte hanno sentito parlare genericamente della contraccezione di emergenza, alcune conoscono i prodotti (il 36% il vecchio preparato a base di Levonorgestrel, il 26% quello nuovo con Ulipristat acetato, il 24% le altre pillole), ma benché nove su 10 la ritengano utile (91%) ed efficace (93%), più della metà (56%) continua a considerarla “pericolosa”. Oltre un terzo delle intervistate denuncia difficoltà di accesso, e più di otto su 10 ritengono giusto che venga venduta senza obbligo di ricetta solo alle maggiorenni.

Alle incertezze femminili si aggiungono le perplessità dei farmacisti: il 14% dichiara di non conoscere la decisione Aifa di abolire l’obbligo di ricetta, molti non la condividono del tutto, e benché la maggior parte di loro sia convinta dell’utilità (86%) e dell’efficacia (96%) della pillola del giorno dopo, più della metà la considera “pericolosa”. Il 18%, dice ancora l’indagine, dichiara che non venderebbe mai una pillola per la contraccezione d’emergenza senza ricetta, indipendentemente dal regime di prescrizione previsto dalle norme. «Sull’argomento continua a gravare uno stigma anacronistico e privo di fondamento scientifico», commenta Emilio Arisi, presidente della Società medica italiana per la contraccezione(Smic). Se Ema e Aifa (gli Enti europeo e italiano per la validazione dei farmaci) hanno abolito la ricetta per acquistare la nuova pillola del giorno dopo, è proprio a motivo della sua eccellente tollerabilità. E’ quindi sbagliato ritenere il farmaco pericoloso: le donne devono essere tranquillizzate, i farmacisti devono comprendere che non ci sono ragioni scientifiche per opporsi alla vendita. Tanto più che l’utilizzo italiano (solo il 2,5% delle donne in età fertile) è tra i più bassi d’Europa».
D’accordo anche Francesca Merzagora, presidente di Onda, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna: «La contraccezione d’emergenza è l’ultimo baluardo per evitare il rischio di un’interruzione di gravidanza, con la situazione drammatica che ne deriva. Constatare che poco più di una donna su 10 conosca i propri diritti è sintomatico di quanto ci sia ancora da fare sul piano della comunicazione, mentre stupisce che la metà dei farmacisti continui a considerare la contraccezione d’emergenza pericolosa, dimenticando che tutti gli organismi internazionali, europei e nazionali, si siano espressi in senso contrario».

 

La pillola dei 5 giorni dopo

La contraccezione d’emergenza rappresenta una grande opportunità, convalidata scientificamente, per prevenire la possibilità di una gravidanza dopo un rapporto sessuale a rischio. L’ultima pillola a base di Ulipristal acetato, se viene assunta nelle prime 24 ore dopo il rapporto, ha un’efficacia tre volte superiore rispetto alle vecchie formulazioni con Levonorgestrel, e il suo raggio d’azione è comunque inversamente proporzionale al tempo di attesa. Ma la sua finestra contraccettiva prosegue fino a 5 giorni dopo il rapporto, da cui il nome “pillola dei 5 giorni dopo”. La contraccezione d’emergenza non è abortiva, come ancora pensano molte donne, perché si limita a ritardare la maturazione dell’ovulo e l’incontro con lo spermatozoo. Non interferisce su eventuali gravidanze (contiene un progestinico, che semmai le rinforza) e non ha effetti collaterali. Naturalmente, come tutti i farmaci, va usata nel modo corretto: come rimedio d’urgenza quando il contraccettivo abituale fallisce, nel caso di preservativi che si rompono, pillole dimenticate o cerotti che si staccano, incontri non programmati in periodi senza copertura contraccettiva. E infine: mai dormire sugli allori se l’incidente di percorso avviene in un periodo del mese apparentemente “sicuro”. La finestra della fertilità è grande e variabilissima, assolutamente imprevedibile. Se così non fosse, le gravidanze indesiderate non sarebbero ancora un problema reale che, nel 50% dei casi, si conclude con un’interruzione di gravidanza.

 

di Marilisa Zito

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