NEL TURISMO, UNA MARCIA IN PIU’ AL FEMMINILE

Il turismo è in crescita, in vista dell’Expo, con una previsione di 10mila posti di lavoro in più: lo conferma l’Ente bilaterale nazionale del turismo. E anche se saranno in prevalenza a tempo determinato, è sempre una buona notizia per il possibile trend positivo che potranno avviare nell’ambito dell’organizzazione di eventi, e anche per le donne, che già oggi rappresentano il 60% dell’occupazione nel turismo italiano. Ne parliamo, chiedendo anche della sua personale esperienza, con una donna ai vertici del settore: Flavia Franceschini, direttrice generale dell’Associazione tour operator italiani (ASTOI, Confindustria Viaggi). Appena 43 anni, nel turismo da 15, viaggiatrice da sempre. Donna in carriera, sposata senza figli, e con molte passioni per il suo (poco) tempo libero. Fra cui, assolutamente in prima linea, il suo gatto tigrato Zigulì.

Da quanto tempo lavora nel turismo?

«Lavoro nella rappresentanza del turismo dal 2000: laurea in giurisprudenza, borsa di studio della Luiss in “management delle imprese turistiche”, con cui sono entrata nello staff di Federturismo/Confindustria, e poi molte esperienze diverse, fino all’attuale incarico di direttore generale di ASTOI Confindustria Viaggi, l’Associazione nazionale di categoria che rappresenta oltre l’80% del mercato dei tour operator italiani».

Cosa l’ha spinta in questa direzione?

«La curiosità e la voglia  di capire di più i meccanismi che regolano una filiera molto complessa, e la convinzione che questo settore possa offrire molti sbocchi professionali. Ma i viaggi fanno anche parte del mio dna: ho girato il mondo fin da piccola con i miei genitori, incominciando a 3 anni da Mljet, una splendida isola croata, proclamata parco nazionale dagli anni ‘60. E la passione non si è mai spenta nella routine. Anche perché viaggiare è sempre il mondo migliore per ricaricare le energie».

I dati dicono che in Italia le donne impegnate nel turismo sono moltissime. Quante di loro sono in posizioni decisionali e in quali settori?

«Il settore dà lavoro a più di un milione di persone, una cifra che rappresenta il 5% dell’occupazione nazionale, e si stima che  l’occupazione femminile copra circa il 60%. Un dato ragguardevole nel nostro Paese, caratterizzato da un basso tasso di occupazione femminile (46,1% secondo Eurostat). Pur offrendo maggiori opportunità alle donne, anche nel turismo non si riscontra una forte presenza femminile nei ruoli dirigenziali. In senso più ampio, sarebbe fondamentale attuare un cambiamento culturale che rimuova le diseguaglianze di genere e che riconosca un valore effettivo a una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro».

L’Expo potrà dare una spinta al turismo italiano, aprendo nuove prospettive anche alle donne?

«Il turismo contribuisce al Pil nazionale per circa un 10%, valore che potrebbe essere tranquillamente raddoppiato, rendendolo il primo motore dell’economia del Paese. Purtroppo, oggi è un settore che non è in grado di esprimere appieno le sue enormi potenzialità, principalmente a causa della totale assenza di politiche adeguate e dell’estrema frammentazione delle competenze in materia. Expo potrebbe essere  senza dubbio un volano per il nostro settore e rappresenta una grande occasione che, però, sta rischiando di coglierci impreparati».  

E le donne, cosa possono dare al turismo? E’ vero che hanno una marcia in più, rispetto agli uomini, nell’accoglienza?

«Sostenerlo potrebbe sembrare un’affermazione di superiorità ma, in effetti, ritengo che, anche solo per ragioni squisitamente biologiche, oltreché culturali, le donne siano mediamente più votate al sacrificio, più coraggiose e intraprendenti. La nostra è una società sempre più “Service-oriented” e nel mondo dei servizi indubbiamente rivestono un ruolo strategico le competenze legate all’accoglienza ed alla gestione del cliente e, in questo, possiamo sicuramente sostenere che le donne “ci sanno fare”!».  

Le donne che viaggiano, per piacere o per lavoro, sono sempre di più. C’è qualche attenzione particolare da parte di voi operatori?

«I nostri tour-operator offrono un’ampia gamma di prodotti e sono sempre molto attenti alle esigenze specifiche dei diversi target ai quali si rivolgono, quindi famiglie, ma anche giovani, single, over 60… Certo la componente femminile è importantissima, quindi nelle strutture “pacchettizzate” dai nostri soci solitamente ci sono molti servizi espressamente dedicati alle donne in generale – non solo a quelle che viaggiano da sole – come, ad esempio, il parrucchiere, una spa con trattamenti estetici, il servizio di babysitting o di animazione per i più piccoli, questi ultimi importantissimi per le mamme».  

Cosa consiglia a una giovane che vuole viaggiare per lavoro?

«Consiglio di cercare occupazione in aziende internazionali, specializzandosi nel settore che più le è congeniale. Come noto, la disoccupazione giovanile nel nostro Paese è purtroppo in crescita, ma il turismo è in controtendenza: si stima infatti che i giovani, sotto i 30 e i 40 anni di età, rappresentino circa il 60% degli occupati. La filiera del turismo è molto ampia, ma certamente il campo dell’innovazione digitale è trasversale a tutti i comparti e richiede competenze specifiche che oggi vanno molto di moda tra i giovani».

Può consigliare invece alle lettrici che amano viaggiare una meta in Italia e una all’estero per la prossima estate?

«Qui mi trovo in difficoltà. Potrebbe sembrare un paradosso, lo so, ma l’offerta è veramente molto ampia e la scelta dipende dai gusti personali. Sicuramente posso consigliare alle lettrici di scegliere tra le centinaia di destinazioni, in Italia e all’estero, affidandosi al turismo organizzato, quindi ad agenzie di viaggi e tour operator che offrono una consulenza specialistica e quelle tutele che altri canali di vendita non garantiscono. Sono certa che, in questo modo, troveranno senz’altro il viaggio dei loro sogni!».

di Marilisa Zito

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