PIU’ LUCE SULLA PELLE (CON LO SCRUB)

Rimuove ispessimenti, impurità, tossine e cellule morte che impediscono l’ossigenazione della pelle. È l’esfoliazione, gesto basic di bellezza, da riscoprire proprio nei mesi invernali, quando la luminosità della carnagione è offuscata da una patina grigia dovuta, a sua volta, a stress e inquinamento. Fin dalla prima applicazione, la pelle apparirà tonica, levigata e splendente, valorizzando il make up prescelto. Ecco come fare:

È cosa nota: la pelle si rinnova di continuo. Dallo stato profondo nascono le cellule vitali e fresche che, a mano a mano arrivano in superficie, perdono acqua e luminosità rendendo la cute opaca e ispessita. Da qui l’importanza dello scrub che, asportando lo strato corneo, leviga i tessuti, favorendo l’assorbimento dei trattamenti successivi. Un discorso che vale sia per il corpo che per il viso. Nel secondo caso, meglio fare un semplice test applicando una piccola quantità di prodotto dietro i lobi delle orecchie.

Se nel giro di qualche minuto non compaiono irritazioni e rossori, puoi procedere. Distribuisci l’esfoliante su tutta la superficie del viso (eccetto il contorno di occhi e labbra), dopo averla inumidita con acqua o vapore. Massaggia con lievi movimenti circolari delle dita o usando le apposite setole naturali. Lascia in posa il prodotto per 5 minuti, per poi sciacquare abbondantemente con acqua calda o tiepida. Infine, elimina i residui con dischetti di ovatta inumiditi e concludi con la crema idratante abituale. La pelle è grassa o normale? Puoi ripetere l’operazione due volte alla settimana. Se, invece, è secca o facilmente irritabile, solo ogni 15 giorni.

 

Tre i tipi di gommage: meccanico, chimico e combinato. Il primo contiene, in genere, elementi abrasivi naturali (microgranuli di sali marini, sferette di polietilene, noccioli di frutti polverizzati e semi polverizzati). Ma esistono anche scrub meccanici senza esfolianti, a base di argilla, per esempio che, lasciati seccare dopo l’applicazione, catturano cellule morte e impurità.

Quelli ad azione chimica, invece, o peeling, puntano su acidi derivati dalla frutta: glicolico (dalla canna da zucchero), melico (estratto dalla mela), tartarico dall’uva, che permettono alle cellule nuove di risalire sullo strato cutaneo superficiale. Spesso arricchiti con principi idratanti e lenitivi,

oltre a levigare l’epidermide, ne migliorano tono ed elasticità. Non presentano particolari controindicazioni, se non quella di evitarli nei mesi caldi. La loro potenza (e, dunque, il livello di profondità raggiunta) dipende dalla concentrazione dell’acido: dal 5% delle soluzioni casalinghe al 20-30% di quelle utilizzate nei centri estetici, fino al 70% dei preparati medici, applicati solo dal dermatologo. Infine, gli scrub “combinati”, che abbinano microgranuli naturali abrasivi a sostanze chimiche. Sono un ottimo compromesso tra gli esfolianti ad azione abrasiva e quelli ad azione chimica, più l’apporto di vitamine A, E, C.

 

di Monica Caiti

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