ALLERGIE: I RIMEDI PER IL MALE DI STAGIONE

Continui starnuti, occhi che lacrimano, prurito e orticaria: compaiono spesso in primavera, all’arrivo dei primi pollini e sono sintomi di allergia, che colpisce il 30% della popolazione europea e sarà destinata nel 2025 a interessarne almeno la metà. Varie sono le cause che spiegano l’insorgenza e l’aumento delle allergie. Le rivela la dottoressa Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’apparato respiratorio all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas.

<Sicuramente la predisposizione genetica (atopia): un bimbo che nasce da genitori allergici ha una possibilità di sviluppare allergie che varia dal 60% (se lo è solo la mamma) all’’80% se lo sono entrambi i genitori. Numerosi studi dimostrano la validità dell’ipotesi dell’igiene: la minore esposizione alle infezioni nei primi anni di vita, per le condizioni igieniche sempre più accurate, e l’utilizzo, a volte non giustificato e scorretto di antibiotici, favorisce l’insorgenza di allergie. E questo perchè la parte del sistema immunitario predisposta a “lottare” contro le infezioni (linfociti TH1) non viene adeguatamente stimolata e ciò favorisce, al contrario, la produzione di linfociti TH2 che sono responsabili delle reazioni allergiche. Altre recenti pubblicazioni della Harvard Medical School suggeriscono l’effetto protettivo sullo sviluppo di allergie della vitamina D e dei probiotici. La dieta dei bambini è sempre più povera di vitamine e ricca di carboidrati: se la flora batterica non è in equilibrio, il sistema immunitario si indebolisce e aumentano i linfociti TH2 che favoriscono la comparsa di allergie. Per questo si consiglia, soprattutto in primavera, di assumere lattobacilli. Alcuni studi attestano che l’assunzione di alcuni lattobacilli durante la gravidanza in donne allergiche, potrebbe avere un ruolo protettivo sulla comparsa di asma bronchiale nel bambino>.

Quale l’età più a rischio e quali i sintomi più diffusi?

<Le allergie possono comparire fin da piccoli, ma anche all’improvviso da adulti e colpiscono in uguale misura uomini e donne. Nei primi mesi e anni di vita i sintomi più diffusi sono le dermatiti atopiche da allergie alimentari, soprattutto alle proteine del latte e dell’uovo, che possono provocare un’orticaria. In età scolare i sintomi più frequenti sono a carico delle vie respiratorie (oculoriniti, asma bronchiale). Nell’adulto sono frequenti le forme di allergie respiratorie, ma anche alimentari, che compaiono prevalentemente nella stagione della fioritura delle piante a cui si è allergici>.

Quali sono gli allergeni più frequenti?

<Sicuramente gli acari della polvere e i pollini delle Graminacee. Variabili sono i pollini di piante come Betulla, Quercia, Nocciolo, Cipresso che si propagano tra aprile e maggio, la Parietaria, tra aprile e ottobre, l’Ambrosia, da fine agosto a fine settembre. A questi allergeni si aggiungono alcuni alimenti, latte e latticini, proteine dell’uovo, frutta secca, durante l’infanzia. Negli adulti abbiamo spesso reazioni crociate tra pollini e frutta, durante la stagione delle pollinosi. Alcuni frutti, come mele, ananas, arance, limoni, fragole, possono provocare reazioni-crociate con i pollini e accentuare i sintomi allergici, come oculo-rinite e asma>.

Che fare in presenza di sintomi?

<Esistono terapie farmacologiche in grado di controllare bene i sintomi (colliri per la lacrimazione, spray nasali antistaminici, spray bronchiali). Tra le novità l’ebastina, nuovo antistaminico sub-linguale che non dà sonnolenza perché non supera la barriera ematoencefalica e ciclesonide, uno spray bronchiale cortisonico per l’asma, da utilizzare una volta al giorno>.

E quando, invece, è opportuno ricorrere ai vaccini?

<In realtà sono i vaccini la vera terapia dell’allergia. Dopo aver effettuato un semplice esame del sangue, il rast-test, per confermare la sensibilizzazione a determinati allergeni (pollini, acari, alimenti), si somministra, qualche mese prima della comparsa dell’allergene, il vaccino più indicato per il soggetto (sublinguale, più usato, o sottocute). Tali vaccini possono essere prescritti a cicli prestagionali (prima della effettiva comparsa dell’allergene) e mantenuti per  4-6 mesi o per l’intero anno. Questa somministrazione va ripetuta per almeno 3 anni di seguito. Per fare un esempio, i soggetti allergici alle Graminacee che vivono in Lombardia, possono iniziare in questi giorni il vaccino che li proteggerà dai pollini quando si diffonderanno e anche dal rischio di allergie crociate alla frutta di stagione>.

Per conoscere la diffusione dei pollini in Italia si può consultare il Calendario pollinico della Società Italiana di Aerobiologia (www.meteopolline.it) e il Bollettino Meteo Pollini: www.3bmeteo.com. Sono inoltre operativi alcuni siti, dai quali i pazienti possono trarre utili consigli: www.allergie.pazienti.org e www.allergiainunclick.it

a cura di Paola Trombetta

 

OMEOPATIA: “TERAPIA DI TERRENO”

Utilizzare pollini o altri allergeni ad altissime diluizioni, di gran lunga superiori (centinaia di volte) a quelle con cui si producono i vaccini, per prodotti omeopatici che sono in grado di “curare” le allergie. E’ uno degli strumenti   adottabile in omeopatia: si chiama isoterapia e impiega diluizioni omeopatiche dell’allergene responsabile della forma da curare. Se si tratta di forme di allergia stagionale, è necessario cominciare alcuni mesi prima, dunque in prevenzione, proprio come per la immunoterapia specifica classica. Il cardine della terapia omeopatica, però, il suo fiore all’occhiello, sta nella ricerca del medicinale di terreno per quella persona; dunque un rimedio in grado di curare quella patologia, tenendo in considerazione non solo la malattia presente, ma anche le caratteristiche fisiologiche, la storia patologica passata e gli elementi legati al temperamento di quella persona. <La terapia omeopatica è specifica e individualizzata> ci riferisce la dottoressa Candida Berti, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica ed esperta in Omeopatia. <La corretta scelta terapeutica tiene conto della globalità dei sintomi, non è unicamente tesa alla soppressione della sintomatologia in corso, ma si estende anche alla parte sommersa dell’iceberg. Per la stessa patologia Carlo utilizzerà Sulphur, Andrea Lycopodium e Tiziana Natrum muriaticum. E’ possibile per altro anche una terapia sintomatica che si orienta esclusivamente sui disturbi della fase acuta. Per poter scegliere il rimedio più simile al quadro da curare è necessario però ricercare le modalità del sintomo. Non basta il sintomo “raffreddore”, bisogna ricercare se quel naso cola, come cola, se la secrezione irrita o meno, se il naso è alternativamente ostruito, se i disturbi colpiscono anche gli occhi, solo rossi o anche lacrimanti, se compare prurito al naso, al palato, se il tutto migliora all’aperto o al chiuso e così via.  Saranno indicati Apis, Allium cepa, Kalium iodatum, Ammonium muriaticum, Sabadilla e altri ancora. Al medico esperto in questo campo il compito di scegliere e trovare la terapia più adatta, se necessario anche integrandola con una terapia classica farmacologica. Si utilizzerà un farmaco convenzionale e il medicinale omeopatico, consentendo nel tempo un passaggio alla sola terapia omeopatica o una riduzione del farmaco in uso, spesso cortisonico e dunque con un peso di possibili effetti collaterali, specie nei bambini>.

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