ATTACCHI DI PANICO: (RI)CONOSCERLI PER RISOLVERLI

Ansia e attacchi di panico sono in netto aumento perché, ad alimentarli, ci si è messa anche la vita di tutti i giorni, che è sempre meno rassicurante. Inutile negarlo: siamo continuamente esposti a “brutte notizie”, dagli omicidi familiari alle guerre, dai rapimenti di cooperanti all’estero sino alle nefaste news economiche che promettono lacrime e sangue. Le notizie buone, invece, sono sporadiche e relegate in coda ai tg o nei talk show pomeridiani. Troppo poche! <Davanti a questa esposizione mediatica negativa, il cervello reagisce in due modi diversi: la prima è quella dell’indifferenza, con la perdita di empatia e compassione, un metodo difensivo per mantenere l’equilibrio che passa attraverso un meccanismo di distacco>, spiega Giorgio Maria Bressa, psichiatra di Roma, docente di Psicobiologia del comportamento presso l’Università “Pontificio Ateneo Salesiano” di Viterbo e autore del libro “Mi sentivo svenire. Conoscere e affrontare l’ansia”, IPOC Editore. <La seconda reazione, invece, è quella che “assorbe” le negatività, sviluppando ansia e insicurezza, che possono poi sfociare negli attacchi di panico, disturbo che è appunto in ascesa: ne soffre l’8-12% della popolazione, è coniugato soprattutto al femminile, è più frequente intorno ai 30 anni e nel 2-3% dei casi le crisi si ripetono>. Per passare al contrattacco, però, il primo step è proprio quello di riconoscere queste forme, anche quando sono sfumate (ovvero sottosoglia) e si manifestano con sintomi vaghi: leggero disagio, un po’ di senso di vertigini, una maggior percezione del battito cardiaco, o una respirazione più affannosa anche se non c’è nulla che la giustifichi, sentirsi improvvisamente staccati dalla realtà o “estranei” in situazioni che in passato non creavano problemi (un viaggio, una serata con gli amici a cena o in discoteca, andare al cinema…). <Queste forme sono frequentissime, colpiscono soprattutto i giovani, ma spesso vengono liquidate come frutto di un momento di stanchezza>, spiega Bressa. <Eppure, limitano fortemente l’autonomia della persona, perché possono sfociare nell’evitare alcune situazioni che fanno paura: il rapporto sessuale, il casco del parrucchiere, i voli aerei, i viaggi in funivia, l’attività fisica, salire in ascensore… Inoltre c’è il rischio che vengano affrontate in modo inadeguato, magari con tranquillanti autoprescritti, o con l’abuso di alcolici>. Le forme eclatanti, invece, non passano inosservate: la mente si ritrova paralizzata in una morsa di paura che scatta a ciel sereno. Il corpo, invece, è in balia di una serie di reazioni fisiche che durante l’attacco si ritorcono come un boomerang sul cervello: respirazione accelerata e affannosa, battito a mille, tremori, formicolii, vampate di caldo, sudori freddi, disturbi intestinali, visione annebbiata, dolori al petto che fanno temere di essere sul punto di morire.

Il primo passo per tornare a vivere? Programmare una visita psichiatrica. Attraverso la storia delle crisi, i sintomi e gli stati d’animo che le accompagnano, lo specialista può arrivare alla diagnosi. La chiave per capire se è proprio panico? <La crisi esplode in pochi secondi, non è innescata da alcun motivo scatenante e dopo i primi attacchi, si tende ad evitare di frequentare luoghi affollati o aperti>, spiega il nostro esperto. <Le cure però non mancano: psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale per le forme sottosoglia e, nel caso di “vero panico”, anche psicofarmaci su misura (gli SSRI): agiscono riequilibrando il funzionamento dei sistemi di allarme del tronco encefalico, che in chi soffre di attacchi di panico hanno una vulnerabilità biologica”.

di Ida Macchi

 

SOS: A CHI RIVOLGERSI

Gli attacchi di panico sono anche sinonimo di solitudine e, chi ne soffre, spesso tace il suo problema. Ecco a chi rivolgersi per trovare sostegno (compreso un servizio telefonico di autoaiuto), informazioni e consigli per affrontarli e risolverli: ALPA, Associazione Liberi dall’Ansia e dal Panico, www.infoalpa.it;

IDEA, Istituto per la ricerca e la prevenzione della depressione e dell’ansia www.fondazioneidea.it; Associazione Volontari per la Salute Mentale- Progetto Itaca, www.progettoitaca.org.

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