IL MELANOMA COLPISCE SEMPRE PIU’ I GIOVANI

 

Hanno fatto uso prolungato di lampade abbronzanti o si sono esposte al sole senza protezione prima dei 30 anni. E oggi, queste giovani donne, non ancora 40enni, sono le più vulnerabili per un tumore, il melanoma, che colpisce in Italia 7000/8000 soggetti all’anno, con una mortalità che supera i 1500. La conferma viene da uno studio dell’IARC (International Agency of Cancer Research) che attesta un aumento del 75% di rischio di melanoma nelle donne che hanno usato per molto tempo le lampade abbronzanti o si sono esposte al sole senza proteggersi. In seguito a questo studio, è stato emanato un decreto ministeriale che vieta l’uso dei lettini abbronzanti per i minori di 18 anni. E a tutti, donne, uomini e bambini, il Ministero della Salute raccomanda di adottare semplici regole per proteggere la pelle dal sole, anche da quello invernale, le cui radiazioni sono particolarmente intense sui campi da sci. A tale proposito la Fondazione Melanoma ha divulgato l’opuscolo “Salviamoci la pelle” (www.fondazionemelanoma.org),in cui sono riportate le dieci regole per proteggersi dal sole. E da quest’anno compaiono, sempre sul sito, alcuni video e un fumetto che propone un tipo di abbigliamento anti-UV e spiega le regole della prevenzione e della diagnosi precoce, informando anche i lettori sulle nuove terapie in caso di malattia. Tra queste, i farmaci biologici sempre più personalizzati (Target therapy) di cui si discute in questi giorni al Congresso internazionale di Napoli. <I più recenti sono ipilimumab, in grado di potenziare il sistema immunitario contro il tumore e vemurafenib, un altro farmaco biologico che ha da poco ottenuto il riconoscimento dall’EMA (Ente europeo per la validazione dei medicinali)> puntualizza il professor Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e dirigente medico del Dipartimento Melanoma dell’Istituto dei Tumori “Pascale” di Napoli. <Si tratta di un farmaco molto promettente e pratico da usare, anche perché viene somministrato in compresse. Agisce in modo mirato sul gene mutato BRAF V600, che produce una proteina anomala, in grado di aumentare la proliferazione cellulare. “Spegnendo” l’attività di questa proteina, si rallenta la diffusione del tumore. Questo farmaco è indicato per i pazienti con il gene mutato (circa il 50% di tutti i melanomi) che viene identificato da uno specifico test genetico> In attesa che vemurafenib sia approvato anche in Italia, una delegazione di pazienti della Fondazione Melanoma il prossimo mese di aprile presenterà una richiesta al Parlamento europeo di Bruxelles per sollecitare la disponibilità del farmaco.

di Paola Trombetta

 

 

 

 

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